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Appunti di percorsi creativi: "Il pensiero sotteso al design"

  Ricominciare a scrivere dopo un lungo silenzio ed una presa di distanza dal mondo della scrittura vuol dire ritornare sui propri passi e non è facile, specialmente se sei un creativo visuale che usa la scrittura per lo stretto necessario a spiegare i propri progetti.  È difficile dover spiegare a chi ti legge i motivi per cui hai deciso di aprire una pubblicazione sul web, o non pensare al modo come veicolare gli argomenti di cui volta per volta andrai a trattare sapendo a priori che non sono argomenti comuni ma sono piuttosto rivolti a poche persone.  Penso che il primo post deve essere una prefazione su ciò che vorremmo scrivere nei post successivi. Deve rappresentare la nostra linea immaginaria su cui appuntare gli argomenti di cui vorremmo parlare, un riferimento per tutte quelle volte che perdiamo di vista lo scopo per cui si scrive, un appunto da rileggere ogni volta che vengono a mancare le motivazioni per continuare, un assunto da rivedere al bisogno per riorgan...

Design: la produzione che non dimentica il consumatore

 

 

Ho imparato dalla creatività e dal design che il mercato spesso non segue ciò che alcuni pretendono di conoscere. 

Un esempio lampante è che in casi di recessione economica le persone tendono a non spendere i soldi per cose superflue ma riducono la loro spesa all’essenziale. Neanche il famoso free raccoglie in taluni casi il consenso previsto in quanto spesso il settore fa gola ad eccessiva pubblicità, schemi piramidali o altre cose non lecite. 

È dunque capitato di scoprire che nell’analisi di mercato o del marketing per il pre-arrivo di un lavoro di arte o un progetto di design talune volte le cose che pensavi non potessero piacere raccolgono più consenso delle cose che invece credevi avrebbero ottenuto il consenso. 

Come sanno bene le aziende che producono oggetti di uso comune lo studio del mercato prosegue anche dopo la messa in produzione e la conseguente commercializzazione del prodotto. 

Lo studio si amplia a cosa cerca il consumatore, cosa piace al consumatore, il livello di soddisfazione dell’acquisto e anche se l’uso del prodotto è quello per cui è stato ideato e prodotto. 

I designer in alcuni casi amano seguire strade non percorse per attirare l’attenzione del pubblico, delle aziende e dei finanziatori senza pensare in taluni casi che quel prodotto magari non è funzionale all’uso. 

Gli studi di ingegneria mi hanno insegnato che una scala, uno spazio cucina, uno spazio giorno, un ufficio devono seguire delle regole precise per essere fruibili, il design dovrebbe seguire gli stessi standard senza essere inutile e non funzionale. 

La creatività presuppone diverse operazioni, non è solo l’atto di creare in sé ma è anche analisi, sintesi e scelta. 

La fisica ci dice che per andare da A a B possiamo seguire diversi tracciati ma quello che conta è il punto finale ed il punto iniziale così nella creatività ci possono essere diversi modi per iniziare da un’immagine e arrivare all’immagine finale. 

Nello sviluppo di un progetto non ci si ferma mai ad un'unica soluzione ma prima di prendere una decisione definitiva si valutano diverse alternative cercando di guardare ad un'ottica più ampia della soluzione definitiva immaginando anche un possibile cambiamento futuro legato all'evolversi dello stile e dei gusti nel tempo. 

In particolare nei pattern per design non esistono le soluzioni uniche ma per ovvi motivi di produzione si sceglie quella che meglio può essere attrattivo per il mercato commerciale. 

Il differente approccio nei confronti del cercare diverse soluzioni dipende dalla valutazione che un cliente può fare di un prodotto, vedere oltre ciò che può essere una soluzione unica ad un problema e la migliore ricerca di una risposta al bisogno progettuale. 

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