Arte frattale e arte generativa: caos ed ordine tra forme e colori




Quando si parla di arte tutti considerano i classici settori come pittura, scultura, fotografia e cinema senza mai pensare che anche nella programmazione informatica e nella matematica si sono sviluppati percorsi artistici in linea con la grafica e l’arte digitale. Esse presuppongono un background di conoscenze più ampio legato agli algoritmi matematici ed alla programmazione informatica complessa. 

Se l’esperienza nell’arte frattale mi ha consentito di ampliare le competenze artistiche e matematiche, l’arte generativa mi ha consentito di mettere in pratica queste competenze dal punto di vista della programmazione in modo del tutto diverso e in stretta relazione con la parte di grafica digitale.

La visione comune di entrambe le arti si trova nelle formule frattali alla base dello studio dei sistemi dinamici, in entrambi i casi troviamo il caos negli algoritmi e solo il designer decide come mettere ordine.

I frattali sono oggetti geometrici la cui caratteristica è l'auto-similarità come definita dalla teoria del caos e descritti con algoritmi ricorsivi mentre un sistema generativo è un processo autonomo e ricorsivo. Nella definizione matematica i frattali sono funzioni che esplicitamente tentano di dare un ordine al caos e la teoria dei frattali è esplicitamente definita la teoria del caos. Gli algoritmi generativi ricorsivi sono per loro stessa natura espressione del caos ed è solo l'artista generativo a decidere se dare ordine al caos dell'algoritmo cercando per quanto gli è possibile di farlo rientrare in canoni progettuali che comunque possono presentare sempre una componente casuale legata alle variabili indipendenti degli algoritmi.

La componente forma nei frattali spesso è regolata dalla componente colore che sovrapponendosi alla funzione algoritmica ne delinea contrasto, armonia e composizione. Negli algoritmi generativi è il designer a decidere la forma da usare che deriva da un algoritmo matematico, forma a cui ovviamente viene assegnato un colore in stile RGB o un’immagine pattern che segue la funzione algoritmica disegnando l’output da input definito per l’utente.

"Abstract W | Cube City" è stato il mio primo tentativo di far rientrare un algoritmo generativo in precisi limiti progettuali dopo aver fatto esperimenti con i precedenti progetti generativi "Freeform study" ed "Abstract W". Il progetto si ispira alla morfologia delle città e l'algoritmo doveva essere un opera artistica che richiamasse l’estetica della tipologia di città. Essa non doveva essere il preciso tentativo di mostrare la crescita delle varie tipologie di città perché per questo esiste l'urbanistica ed i professionisti del settore. Nel mio caso ho usato tre semplici cubi con tre semplici colori in stile RGB ed un algoritmo ricorsivo con minime modifiche per simulare le differenti tipologie di città.

Curiosità: "Abstract W | Cube city" è un fork di "Abstract W" e la lettera "W" del titolo sta per “Vice Versa” perchè nelle mie intenzioni l'algoritmo avrebbe dovuto fare un'operazione alquanto diversa. Non sempre è possibile ottenere quello che si vuole ma i progetti possono sempre essere rigenerati o convertiti in qualcosa di diverso.



























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