Ed eccomi qui a scrivere di sicurezza cibernetica in una visione diversa da quella che alcuni potevano immaginare.
In molti mi avevano chiesto di parlare di sicurezza cibernetica in sede separata dalla creatività, ma purtroppo almeno per me non è possibile.
Nella mia esperienza di concorsi di progettazione, anche online, ho imparato che esistono delle procedure consolidate che appartengono più al settore sicurezza e legalità che alla creatività. Un esempio sono i concorsi di design industriale in cui è obbligatorio che il progetto:
- non violi brevetti o diritto d’autore altrui,
- non sia ancora stato pubblicato,
- si richiede che resti non pubblicato fino all’uscita dei risultati ed in alcuni casi anche dopo fino alla eventuale opzione di acquisto del promotore del concorso.
Succede così che oltre che lato piattaforma od organizzazione ospitante il concorso che lato concorrente si devono attuare tutte quelle procedure che impediscono fughe di notizie ed altre cose sui progetti prima dei risultati. Direi che questo iter non sia proprio creatività ma confluisce nel discorso difesa patrimoni aziendali e personali.
Uno delle operazioni più comuni almeno lato concorrente è quella di evitare che si infranga il brevetto o diritto d’autore altrui. Durante lo sviluppo dunque occorre verificare brevetti o diritto d’autore già registrati nelle opportune sedi oltre che procedere alla registrazione dei propri nel caso si voglia tutelare il proprio lavoro.
Cosa succede se la macchina delle procedure concorsuali si inceppa?
Nel caso malaugurato in cui ci sia una pubblicazione pre-uscita dei risultati o intoppi di altra natura come quello della violazione di brevetti ci sarà quello che a molti non piace sentirsi dire: ESCLUSIONE.
Il discorso può essere lungo e oltremodo noioso ma di sicuro interesse per tanti aspetti che lo avvicinano alle procedure di appalti e subappalti.
In un circuito legale nessuno ha interesse a farsi escludere o a eludere le regole, purtroppo in alcuni casi si assiste a tentativi di vincere concorsi o appalti in modo non molto lecito.
Un esempio per i concorsi progettuali: in commissione concorsuale non ci devono essere persone che già conoscono i candidati proprio per una questione di imparzialità.
A commissione concorsuale nota dovrebbe essere il concorrente a non partecipare per non sollevare dubbi, mentre a commissione non nota si pongono tanti problemi. Il commissario potrebbe optare per la rinuncia solo se a conoscenza della presenza di persone che conosce ma in caso di anonimizzazione dovrebbe essere l’organizzazione a verificare che non ci siano conoscenze tra commissari e concorrenti e potrebbe non essere così semplice.
Vediamo degli esempi.
- Se abbiamo un concorso di studenti pare ovvio che in commissione non ci debbano essere professori che potrebbero conoscerli.
- In tutti i concorsi potrebbe succedere che commissario e concorrente abbiano partecipato in precedenza allo stesso evento pubblico e quindi si conoscano.
Pare ovvio che in questi due casi in cui una organizzazione di concorso non abbia proceduto alla verifica si pone un problema successivo all’uscita dei risultati. Anche in questo caso avviene l’esclusione se qualcuno solleva la questione da esterno direttamente all’organizzazione la quale ha diritto a tutelare il suo patrimonio aziendale procedendo all’esclusione.
Nelle procedure di assegnazione degli appalti il problema sorge anche con il massimo ribasso nelle gare. Alcuni aspetti di gara potrebbero assomigliare ai concorsi di progettazione.
Il massimo ribasso ha sempre creato problemi, perché pare ovvio che se il prezzo proposto è eccessivamente basso rispetto ai costi di costruzione o gestione standardizzati viene il dubbio che non è sostenibile il prezzo o ci potrebbero essere illeciti di varia natura.
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