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Design: la produzione che non dimentica il consumatore

    Ho imparato dalla creatività e dal design che il mercato spesso non segue ciò che alcuni pretendono di conoscere.  Un esempio lampante è che in casi di recessione economica le persone tendono a non spendere i soldi per cose superflue ma riducono la loro spesa all’essenziale. Neanche il famoso free raccoglie in taluni casi il consenso previsto in quanto spesso il settore fa gola ad eccessiva pubblicità, schemi piramidali o altre cose non lecite.  È dunque capitato di scoprire che nell’analisi di mercato o del marketing per il pre-arrivo di un lavoro di arte o un progetto di design talune volte le cose che pensavi non potessero piacere raccolgono più consenso delle cose che invece credevi avrebbero ottenuto il consenso.  Come sanno bene le aziende che producono oggetti di uso comune lo studio del mercato prosegue anche dopo la messa in produzione e la conseguente commercializzazione del prodotto.  Lo studio si amplia a cosa cerca il consumatore, cosa piac...

Creativa e Specialista di Sicurezza Cibernetica: la mia storia è differente

 

Nel primo post avevo stilato una serie di argomenti su cui scrivere ma un susseguirsi di eventi non dipendenti dalla mia volontà che mi hanno impedito in questi ultimi mesi di proseguire serenamente per la strada professionale che avevo scelto mi costringono a deviare da quella linea immaginaria che avevo disegnato per argomentare alcune questioni di natura critica. 

Da donna che ha scelto Ingegneria quando tutte le ragazze facevano scelte di percorsi universitari più semplici perchè gentilmente invogliate dalle famiglie piuttosto che consapevoli delle proprie reali esigenze; da donna, che da quando era ancora adolescente avrebbe voluto fare l’imprenditrice nei vari settori innovativi mi duole constatare che in tutti questi anni non è cambiato molto. 

Per quanto può sembrare anacronistico per molte persone è difficile ancora accettare che le donne possano scegliere un percorso che dà loro autonomia non solo economica e di scelta, ma soprattutto autonomia di pensiero, e per quanto incredibile possa sembrare a volte capitano degli eventi che neanche nella più fervida fantasia si possono immaginare. 

Nelle scelte che si sono susseguite nel tempo dettate dalle mie necessità personali e formative ho imparato una cosa fondamentale: nella vita puoi leggere o studiare tutti i libri che vuoi ma le competenze vengono dalla vita stessa, dalle persone che incontri, con cui ti relazioni, con cui condividi e scambi il sapere ed il pensiero. Sono queste cose che ti consentono di crescere, specialmente se le persone con cui interagisci appartengono ad una cultura ed una visione differente dalla tua. 

Essere diversi e confrontarsi per imparare ad uguagliarsi è l’idea fondamentale che ha da sempre contraddistinto le mie scelte. 

Il mio percorso nella facoltà di Ingegneria, in una città diversa da quella di origine, è stato la più bella esperienza della mia vita, e la facoltà per me è stata la mia seconda famiglia in anni in cui noi ragazze eravamo pochissime. 

Ingegneria è una delle scelte dei percorsi STEM che mi sento di consigliare a tutte le ragazze indirizzate verso le prossime sfide del futuro. 

A me ha dato una "forma mentis" che mi ha aiutato tanto nella vita quotidiana ma specialmente nelle scelte che mi hanno portato a crearmi delle pubbliche relazioni internazionali per il futuro professionale. 

Aver fatto questa scelta in anni diversi da quelli odierni mi ha consentito di vedere tanti cambiamenti in quello che oggi si riallaccia ai movimenti womenintech e metoo. 

Rispettata dai tutor e colleghi uomini, salvo qualche rara eccezione, ma ostacolata dalle colleghe e tutor donne, anche qui con le dovute eccezioni. Quello stesso rispetto che ho trovato nella facoltà di Ingegneria non posso dire di averlo trovato nella vita reale e nella vita virtuale da creativa e come specialista di sicurezza cibernetica. 

Ho reso palese da poco la mia esperienza da specialista di sicurezza cibernetica, ne avrei fatto volentieri a meno per il semplice fatto che in questo settore specialmente se ti occupi dell’analisi e ricerca delle nuove fenomenologie si lavora meglio quando non è noto a tutti ma purtroppo non è stato più possibile. 

Lo dico con amarezza in molte occasioni sono stata attaccata sul fronte personale più che professionale per questioni legate all’incapacità di chi mi stava attorno di far fronte con argomentazioni valide alla sue pessime scelte in fatto di sicurezza informatica, o peggio a posizioni di pensiero divergenti dalle mie. 

Proprio questo stato di cose mi ha portato nel 2011 a scegliere l’indipendenza, per evitare posizioni di pensiero divergenti e per essere libera di fare una critica argomentata alle pessime scelte in materia di sicurezza informatica. 

L’indipendenza è stata una scelta etica dettata dalla necessità di poter dire anche NO, questo non lo faccio perché è contro i miei principi, la possibilità unica anche di poter dire se vuoi fatto questo lavoro scegli un’altra persona. 

Mi è costato molto farlo ma l’ho fatto come tante scelte della vita per potermi guardare allo specchio e dire sono a posto con me stessa e se devo qualcosa lo devo solo alla mia coscienza. 

Quelle persone che in questi anni mi hanno ostacolato e non possono argomentare le motivazioni facciano un regalo a tutti: si dedichino al silenzio.

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