Passa ai contenuti principali

Brand e marketing: cosa comunichi?

  La comunicazione del brand e marketing può talvolta non essere semplice come pensiamo.  Cosa un brand rappresenta è legato alla linea di sviluppo del settore produttivo o di servizio, cosa comunica è legato alla strategia marketing e alla soddisfazione dei consumatori che acquistano i suoi prodotti o servizi.  Dal mio brand commerciale è nata una fork che è uno spazio scrittura su cui confluisce quello che è il background del persona branding e del brand commerciale ma anche quello che il professionista dietro entrambi pensa o vuole far conoscere a proposito del suo lavoro.  È nato così SPACEFORMDSGN come evoluzione anche di name branding del brand commerciale.  Le parole che lo compongono sono la variante inglese: “ SPACE ” “ FORM ” “ DSGN ”.    In questo caso ho preferito conservare la parte contratta e usare le parole della radice in inglese per estendere il marketing del brand al mercato globale.  Nell’evoluzione per la scrittura ho preferi...

Persona branding: da dove iniziare e come costruire una identità?

 


Da dove cominciare quando si esce da un corso di studio o si decide di mostrare le proprie competenze con un curriculum vitae per trovare lavoro? 

Ovviamente dal nome con cui ti presenterai, ma i creativi (architetti, designer e artisti) direbbero anche da un portfolio online con i propri lavori e una identità che potrebbe non essere il tuo vero nome e cognome. 

Come precedentemente accennato, non sempre il proprio nome e cognome sono la scelta migliore per presentarsi al mondo professionale e/o commerciale online come nella realtà.  

È necessario dunque pensare anche alla possibilità di creare o usare uno pseudonimo e in questi casi la creazione di uno pseudonimo ci accompagnerà per tutta la vita come identità anche se affiancato dal nostro vero nome e cognome. 

È una scelta importante che in taluni casi può avere anche un cambio di programma e così uno pseudonimo artistico può diventare un brand commerciale a tutti gli effetti. 

Allora la domanda che bisogna porsi in questi casi è: cosa il nostro pseudonimo deve rappresentare? 

Sicuramente noi stessi ma anche il nostro background o quello che vogliamo trasmettere al nostro interlocutore professionale o commerciale. 

Nel mio caso la scelta del mio pseudonimo come visual artist è stata SPAZIOFORMADESIGN

Lo pseudonimo è nato da tre parole che rappresentano i settori che come visual artist avevo intenzione di studiare nell'ambito della sperimentazione artistica e dello stile grafico. 

La frase che accompagna la mia presentazione li raccoglie in un'unica posto "Un artista visuale a cui piace esplorare le connessioni tra informatica e arte, architettura e design". 

Ognuna delle tre parole rappresenta uno dei settori citati nella frase che accompagna la mia presentazione e allo stesso tempo il mio background e i settori di cui mi occupo. 

La parola SPAZIO rappresenta lo spazio architettonico e si riferisce ai miei trascorsi da studente di ingegneria edile-architettura oltre che alcuni concorsi in ambito architettonico. 

La parola FORMA rappresenta la forma che assume l'arte con tutti gli annessi e connessi di stile e colore. 

La parola DESIGN rappresenta la progettualità alla base del design industriale di cui mi sono occupata come concorrente nei concorsi ma anche la progettualità nella grafica. 

L'informatica sta in tutti e tre i settori con i software per disegnare: CAD, 3D rendering e rappresentazione grafica in generale. 

La scelta dello pseudonimo non è stata casuale ma mirata e legata indissolubilmente al lavoro di artista visuale e agli studi fatti in precedenza nel settore architettonico ingegneristico. 

Anche la scelta della lunghezza dello pseudonimo non è casuale ma legata al mio vero nome e cognome, pari lunghezza.


Commenti

Post popolari in questo blog

Appunti di percorsi creativi: "Il pensiero sotteso al design"

  Ricominciare a scrivere dopo un lungo silenzio ed una presa di distanza dal mondo della scrittura vuol dire ritornare sui propri passi e non è facile, specialmente se sei un creativo visuale che usa la scrittura per lo stretto necessario a spiegare i propri progetti.  È difficile dover spiegare a chi ti legge i motivi per cui hai deciso di aprire una pubblicazione sul web, o non pensare al modo come veicolare gli argomenti di cui volta per volta andrai a trattare sapendo a priori che non sono argomenti comuni ma sono piuttosto rivolti a poche persone.  Penso che il primo post deve essere una prefazione su ciò che vorremmo scrivere nei post successivi. Deve rappresentare la nostra linea immaginaria su cui appuntare gli argomenti di cui vorremmo parlare, un riferimento per tutte quelle volte che perdiamo di vista lo scopo per cui si scrive, un appunto da rileggere ogni volta che vengono a mancare le motivazioni per continuare, un assunto da rivedere al bisogno per riorgan...

Paesaggi urbani tra staticismo e dinamismo

  Per l’architettura in Italia attualmente è necessario fermezza decisionale che negli attuali protagonisti sia istituzionali che committenti decisamente manca.  Nelle nuove zone di espansione delle nostre città nel novecento per risolvere la crisi dell’alloggio post guerra e post emigrazione operaia è stata immessa un’ennesima quantità di architetture di bassa qualità lasciando irrisolti i soliti nodi delle espansioni.  Nelle periferie attuali si è evidenziato il problema dei recuperi urbani insieme alla creazione degli inesistenti servizi alla cittadinanza.  I progettisti sovente preferiscono ingabbiarsi in superate discussioni pur di non affrontare talvolta le reali richieste della società o peggio preferiscono non decidere sul percorso di sviluppo da affrontare per alcune delle questioni principali pur di non deludere le schiere di sostenitori che nel tempo hanno accumulato.  Nella nostra società che ha secoli di storia, i progettisti preferiscono parlare d...

Creativa e Specialista di Sicurezza Cibernetica: la mia storia è differente

  Nel primo post avevo stilato una serie di argomenti su cui scrivere ma un susseguirsi di eventi non dipendenti dalla mia volontà che mi hanno impedito in questi ultimi mesi di proseguire serenamente per la strada professionale che avevo scelto mi costringono a deviare da quella linea immaginaria che avevo disegnato per argomentare alcune questioni di natura critica.  Da donna che ha scelto Ingegneria quando tutte le ragazze facevano scelte di percorsi universitari più semplici perchè gentilmente invogliate dalle famiglie piuttosto che consapevoli delle proprie reali esigenze; da donna, che da quando era ancora adolescente avrebbe voluto fare l’imprenditrice nei vari settori innovativi mi duole constatare che in tutti questi anni non è cambiato molto.  Per quanto può sembrare anacronistico per molte persone è difficile ancora accettare che le donne possano scegliere un percorso che dà loro autonomia non solo economica e di scelta, ma soprattutto autonomia di pensiero, e...