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Design: la produzione che non dimentica il consumatore

    Ho imparato dalla creatività e dal design che il mercato spesso non segue ciò che alcuni pretendono di conoscere.  Un esempio lampante è che in casi di recessione economica le persone tendono a non spendere i soldi per cose superflue ma riducono la loro spesa all’essenziale. Neanche il famoso free raccoglie in taluni casi il consenso previsto in quanto spesso il settore fa gola ad eccessiva pubblicità, schemi piramidali o altre cose non lecite.  È dunque capitato di scoprire che nell’analisi di mercato o del marketing per il pre-arrivo di un lavoro di arte o un progetto di design talune volte le cose che pensavi non potessero piacere raccolgono più consenso delle cose che invece credevi avrebbero ottenuto il consenso.  Come sanno bene le aziende che producono oggetti di uso comune lo studio del mercato prosegue anche dopo la messa in produzione e la conseguente commercializzazione del prodotto.  Lo studio si amplia a cosa cerca il consumatore, cosa piac...

Persona branding: da dove iniziare e come costruire una identità?

 


Da dove cominciare quando si esce da un corso di studio o si decide di mostrare le proprie competenze con un curriculum vitae per trovare lavoro? 

Ovviamente dal nome con cui ti presenterai, ma i creativi (architetti, designer e artisti) direbbero anche da un portfolio online con i propri lavori e una identità che potrebbe non essere il tuo vero nome e cognome. 

Come precedentemente accennato, non sempre il proprio nome e cognome sono la scelta migliore per presentarsi al mondo professionale e/o commerciale online come nella realtà.  

È necessario dunque pensare anche alla possibilità di creare o usare uno pseudonimo e in questi casi la creazione di uno pseudonimo ci accompagnerà per tutta la vita come identità anche se affiancato dal nostro vero nome e cognome. 

È una scelta importante che in taluni casi può avere anche un cambio di programma e così uno pseudonimo artistico può diventare un brand commerciale a tutti gli effetti. 

Allora la domanda che bisogna porsi in questi casi è: cosa il nostro pseudonimo deve rappresentare? 

Sicuramente noi stessi ma anche il nostro background o quello che vogliamo trasmettere al nostro interlocutore professionale o commerciale. 

Nel mio caso la scelta del mio pseudonimo come visual artist è stata SPAZIOFORMADESIGN

Lo pseudonimo è nato da tre parole che rappresentano i settori che come visual artist avevo intenzione di studiare nell'ambito della sperimentazione artistica e dello stile grafico. 

La frase che accompagna la mia presentazione li raccoglie in un'unica posto "Un artista visuale a cui piace esplorare le connessioni tra informatica e arte, architettura e design". 

Ognuna delle tre parole rappresenta uno dei settori citati nella frase che accompagna la mia presentazione e allo stesso tempo il mio background e i settori di cui mi occupo. 

La parola SPAZIO rappresenta lo spazio architettonico e si riferisce ai miei trascorsi da studente di ingegneria edile-architettura oltre che alcuni concorsi in ambito architettonico. 

La parola FORMA rappresenta la forma che assume l'arte con tutti gli annessi e connessi di stile e colore. 

La parola DESIGN rappresenta la progettualità alla base del design industriale di cui mi sono occupata come concorrente nei concorsi ma anche la progettualità nella grafica. 

L'informatica sta in tutti e tre i settori con i software per disegnare: CAD, 3D rendering e rappresentazione grafica in generale. 

La scelta dello pseudonimo non è stata casuale ma mirata e legata indissolubilmente al lavoro di artista visuale e agli studi fatti in precedenza nel settore architettonico ingegneristico. 

Anche la scelta della lunghezza dello pseudonimo non è casuale ma legata al mio vero nome e cognome, pari lunghezza.


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